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La mia Fede

Mi sono sempre chiesta, dopo l’esperienza che ho fatto dalla morte di Ghigo in poi, che cosa ne sarebbe stato di me se non avessi avuto la possibilitaÌ€ di fare il percorso che ho fatto. Beh non si puoÌ€ sapere! Mi sono sentita dire di rimando, quanto ho affrontato l’argomento in alcune occasioni.
Io direi, al contrario, che invece si sa. Almeno io credo di saperlo. Penso che la mia vita sarebbe rimasta ad un livello embrionale, come una farfalla che non riesce ad uscire dal bozzolo. Sicuramente, di positivo, avrei avuto Ghigo in carne ed ossa vicino a me, avrei potuto abbracciarlo, parlargli, ma quante cose mi sarebbero mancate, invece, di quelle che ho conquistato anche, e soprattutto, grazie al suo aiuto, più che concreto, dal Cielo?

Sicuramente non avrei conosciuto l’amore piuÌ€ grande della mia vita, mio figlio. Sicuramente non avrei sperimentato una maturazione caratteriale e una crescita interiore che mi hanno fatto diventare, per quanto ancora fortemente imperfetta, cioÌ€ che sono, e non avrei riconosciuto e sfruttato tutte le opportunitaÌ€ che mi sono capitate. Sicuramente non avrei conosciuto in maniera cosiÌ€ straordinaria l’amore di Dio, anche nell’amore coniugale e cosa ancora piuÌ€ importante, non avrei vissuto e utilizzato il dono della fede. Dio ha messo nel nostro cuore la fede , ma essa rimane inerte, dormiente, fino a quando non accade qualcosa nella vita che la accende o la risveglia.

Io credo che sia cosiÌ€, la fede eÌ€ un dono che tutti abbiamo dentro, Dio l’ha connaturata al cuore umano, l’uomo ha bisogno di fidarsi per entrare in relazione con gli altri, e la vita eÌ€ relazione, eÌ€ fiducia. Ma se non desideriamo rendere la fede viva e feconda, e soprattutto non la svincoliamo dalla sola fiducia nelle possibilitaÌ€ umane, che eÌ€ necessaria ma va unita alla fede in Dio affinché non scada nella presunzione o nell’egoismo, essa rimane sterile e non serve a nulla.

La fede può rimanere per anni, per sempre, dentro di noi senza dare frutti, poiché essa richiede una azione, necessita di un movimento. E questo movimento spesso scaturisce da un evento della vita.
La fede di tanti credenti eÌ€ ancora in questa fase di staticitaÌ€. Spesso sento dire alle persone che credono o che dicono di credere, che sono infelici, insoddisfatte, e questo non eÌ€ possibile se la fede eÌ€ attiva e si evidenzia nell’energia vitale che produce, nella speranza incrollabile che ne scaturisce. E cosiÌ€ percepisco anche la condizione di una persona che si definisce atea, un credente non in atto, non in azione, colui il cui cuore ancora dorme.

Nel capitolo “Dio ha esaudito” di questo sito, ho scritto che la mia fede eÌ€ nata nel momento in cui Ghigo ha iniziato il suo viaggio eterno, quello eÌ€ stato l’evento della mia vita che ha prodotto l’inizio del mio viaggio verso Dio. Ho cominciato a muovermi, la mia anima si eÌ€ svegliata da un torpore, da una sonnolenza che durava da anni.
Molte persone non sanno cosa significhi avere un fuoco che arde interiormente, quello di cui parla il Vangelo, il fuoco che si accende quando GesuÌ€ entra nel cuore, e non lo sanno perché ancora non hanno vissuto l’evento che determina il prima e il dopo.

Badate bene non deve essere, necessariamente, un evento doloroso, come nel mio caso, ma comunque un evento determinante, un evento che da la possibilità di trasformarsi, di cambiare.
Da un paio di domeniche vado ad ascoltare un sacerdote di cui avevo sentito parlare spesso, ma che non conoscevo, don Fabio Rosini, sono stata alle sue messe, e sono rimasta, letteralmente, sconvolta dalla forza delle sue parole, dal carisma straordinario che rende le sue prediche fuoco incandescente che scuote il cuore, che lo costringe a rianimarsi, a svegliarsi dal letargo, a mettersi appunto, in movimento. La figlia di una mia amica dice che la sua vita eÌ€ stata segnata dalla conoscenza di questo prete incredibile, al punto tale che la sua vita si divide in “prima di don Fabio” e” dopo don Fabio”. Attraverso don Fabio eÌ€ stato Dio ad irrompere nella sua esistenza, determinando, esattamente, il prima e il dopo, proprio come la venuta di GesuÌ€ ha determinato il punto in cui la storia dell’umanitaÌ€ eÌ€ cambiata, tanto che da quel momento si divide il tempo in “avanti Cristo” e “dopo Cristo”, cosiÌ€ l’incontro con GesuÌ€, da duemila anni, oggi come allora, eÌ€ l’evento determinante che cambia la vita di ogni uomo.

Ognuno di noi ha bisogno dell’evento determinante, affinché la fede diventi Fede, l’evento che ci da l’occasione per incontrare Cristo, e, certamente questa possibilitaÌ€ Dio la da a tutti, indistintamente. Ma mentre non possiamo sapere come e quando esso si verifichi nell’arco della nostra vita, dobbiamo, invece, saper essere pronti, nel momento opportuno, a riconoscerlo e ad accogliere l’opportunitaÌ€ che vi si cela, quella di aprire il cuore e la mente a Dio e “varcare la soglia della speranza”.

È possibile che questo non accada che alla fine della vita, quando la presa di coscienza della sua ineluttabilità ci mette di fronte ad una scelta. Ma può anche non accadere, perché, nonostante il fatto che si verifichino uno o più, eventi determinanti, questa scelta non avviene mai, perché è difficile rimettersi in discussione, rivedere totalmente o quasi le proprie convinzioni, è preferibile starsene in quella situazione comoda e ovattata che offre la soddisfazione del proprio ego, starsene dentro le proprie sicurezze, nel proprio bozzolo dove, bene o male, ci accontentiamo che la vita scorra, e prima o poi, si compia. O peggio, non accade perché quando la vita ci mette di fronte ad una sofferenza, succede che per alcuni il dolore diventa un macigno talmente pesante che non si riesce a liberarsene, e si rimane incastrati sotto un

fardello cosiÌ€ schiacciante che il cuore si ferma, non riesce piuÌ€ a muoversi, e non crede piuÌ€ alla possibilitaÌ€ del riscatto attraverso l’incontro con la speranza e l’Amore. Allora eÌ€ possibile che la fede non riesca ad attivarsi, invece eÌ€ proprio in questa situazione che Dio eÌ€ piuÌ€ vicino per aiutarci, dove non ce la facciamo da soli, eÌ€ qui che, invece di dubitare, si ha maggior bisogno di una fede viva che contrasti la morte nel cuore prodotta dal dolore, spesso eÌ€ proprio in un evento doloroso che si cela l’opportunitaÌ€ di incontrare Dio, e se riusciamo a coglierla anche esso diventa fecondo, produce, in qualche modo, una ricchezza.

La vita può essere molto più di un lento scorrere di eventi più o meno significativi, tra alti e bassi esistenziali, molto più di una sofferenza che paralizza, momentaneamente, il cuore. Lo so che è difficile da credere, che si storce il naso a sentire parlare di dolore fecondo, ma vi assicuro che aprendosi a Dio, anche la sofferenza si trasforma, non ci tortura più ma diventa esperienza di vita, occasione di crescita.

La vita può essere un fiume in piena, un esperienza unica in ogni momento, un occasione per essere felici anche se non sempre le cose vanno secondo i nostri programmi.

Ma penso che l’unico modo perché questo avvenga sia che la Fede, in quanto risposta all’amore infinito che Dio prova per noi, si risvegli e diventi quello slancio vitale, quel distributore di senso, che ci fa vedere in ogni evento, anche nelle difficoltaÌ€, delle opportunitaÌ€ per crescere e migliorarsi.

“ Dio mi ha incaricato di portare la speranza laddove si eÌ€ spenta, sollecitando, principalmente, tanti cuori oppressi dal dolore, che non riescono a sollevarsi, favorendo quella condizione di morte interiore che rende incapaci di sperare.
La mia missione, allorquando riesce a raggiungere lo scopo, favorisce proprio quella liberazione del cuore e quella forte spinta, profonda, dell’anima a riallacciare i contatti con Dio, fonte d’Amore inesauribile.

Forse non tutti si lasceranno toccare dalla mano amorevole di Dio. Appunto per questo ne io, ne tantomeno tu, vincoliamo le persone a prendere decisioni o a fare scelte affrettate, semplicemente perché Dio non vuole mai cuori costretti, ma cuori convinti dall’Amore”. (messaggio del 18 settembre 2011)

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La mia speranza eÌ€ che molti giungano a questa consapevolezza, si lascino convincere, finalmente, a mettersi in moto e spero che in alcuni casi, l’evento determinante possa essere rappresentato anche dall’essersi imbattuti in questo sito e in cioÌ€ che contiene. Un assaggio d’amore.

 



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