Salve a tutti,
mi chiamo Loredana, oggi sono una donna felicemente sposata e con un figlio meraviglioso. Tutto quello che vi racconto in questo sito è per far conoscere essenzialmente, a chi ha la voglia e la pazienza di conoscerla, la mia esperienza di fede, e tutto ciò ad essa correlata, il resto poco importa. Il mio incontro con il Signore è avvenuto ad agosto del 98, avevo 36 anni, nel giorno in cui mio fratello minore, Ghigo è salito in Cielo, stroncato da una morte improvvisa mentre giocava a calcio. Quella sera guardai in alto e pronunciai il mio “si”. Mi sgorgò dal cuore questa frase : “Signore io accetto la morte di Ghigo perché penso che, se è venuto lassù, c’è un progetto d’amore per lui e forse anche per me ”. Non so, neanche, perché pronunciai queste parole, all’epoca non potevo, certo, definirmi una credente convinta ne osservante, inoltre, la morte di Ghigo era sempre stata il mio incubo sin da quando ero piccola, la sognavo, ne ero terrorizzata, non ce l’avrei fatta a sopportarla. Quella sera, in mezzo ad una tempesta che era solo all’inizio, non potevo prevedere che Gesù aveva deciso di rivelarsi a me, che da quel momento avrei intrapreso un cammino di conoscenza di Dio che durerà, spero, tutta la vita. Nel momento in cui mi sono rivolta a Dio, per la prima volta, ebbi la certezza della Sua misericordia, la consapevolezza che il mio dolore lo avrebbe portato Lui. Infatti una serenità ed una pace profonda mi hanno invaso, ed è così ancora oggi. Dio trae il bene anche dal male, non sono di quelli che pensano che il Signore mandi le disgrazie, o le prove per vagliare la nostra fede, ma credo che, nella sua pedagogia, Dio possa servirsi anche del male per arrivare al cuore dei suoi figli. Non sempre ma spesso, nella sofferenza, facciamo esperienza della mano amorevole di Dio e questo avviene quando nel momento della difficoltà maggiore, quando non ci resta più nulla, quando ci sta per assalire la disperazione, invece di farci annientare e paralizzare dal dolore, finalmente, ci decidiamo ad alzare lo sguardo e cerchiamo il Suo aiuto? E Lui è lì, a fissare il Suo sguardo pieno di Amore nei nostri occhi pieni di lacrime, parafrasando sant’Agostino. Quando ci lasciamo avvolgere da quello sguardo, assistiamo a piccoli e grandi miracoli. Ho imparato che la fede in Lui, non toglie i problemi, ma ti da la forza ed il coraggio per affrontarli, perché ti da la certezza che non sei solo, ti fa sentire che Dio è con te, e se Dio è con te, tutto diventa possibile, tutto diventa affrontabile. Tutto quello che feci fu, semplicemente, pronunciare un "sì". Fu semplicemente, chiedere aiuto a Lui. A Lui che fino a quel momento era rimasto, inattivo, non richiesto, ignorato, nel cassetto della mia memoria. Si ho riaperto quel cassetto e ne ho tirato fuori tutto il contenuto fino a riempire ogni angolo della mia vita e del mio cuore.
Io ho sperimentato nel vero senso della parola, quello che significa fidarsi e affidarsi a Dio. Ho sperimentato il significato della frase del Vangelo:"il mio giogo è soave, il mio carico leggero". Io, che al solo pensiero della morte di Ghigo, piangevo e mi disperavo, adesso che davvero era successo l'impensabile, avevo dentro di me una forza e una serenità che andavano oltre l'immaginabile. Ho avuto immediatamente la certezza della vita oltre la vita, Ghigo era vivo, e non è mai stata una forma consolatoria per difendermi dal dolore. Avevo ed ho una certezza profonda e inspiegabile, razionalmente, dell'esistenza di una dimensione extratemporale ed extraspaziale che è quella dove ora vive, strafelice, mio fratello, e credo che sia Dio stesso a farmela sentire.
Una grazia straordinaria mi ha pervaso proprio mentre le tenebre della morte mi stavano avvolgendo, come mi disse un amico sacerdote. Il si che ho pronunciato mi ha salvato, mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto vedere e capire cose che non avrei mai visto o capito altrimenti.
Quel fatidico 22 agosto proprio mentre Ghigo saliva in Cielo, allo stesso tempo, scendeva dentro di me un sentimento di fede, così profondo, che mi ha cambiato, totalmente, la vita. Quella sera ho, realmente, fatto esperienza di Dio, ho vissuto quell’incontro personale che ha dato il via al cambiamento di rotta di tutta la mia vita, a quella che chiamiamo conversione del cuore.
Non avevo avuto prove tangibili, ne assistito a fenomeni straordinari, in quel momento avevo solo percepito una serenità interiore così profonda che ancora mi accompagna, e la consapevolezza totale che Dio non avrebbe abbandonato ne me ne la mia famiglia, non so come, ma sapevo che era così. Questa intima certezza di essere sotto lo sguardo di Dio mi faceva essere tranquilla sull’esistenza di una dimensione oltre la vita e non chiedevo prove, già la pace che stavo sperimentando nonostante la tormenta che mi circondava ne era la prova, per me, tangibile, e forse, proprio perché non li cercavo spasmodicamente, ma mi affidavo alla preghiera e alla fedeltà di Dio, ho ricevuto tantissimi segni. L’amore di Dio è incommensurabile, al punto che mi ha elargito, a distanza di tempo, un ulteriore grazia speciale ed immeritata, che è stata l'esperienza di un contatto diretto con mio fratello attraverso la "scrittura ispirata". Dico che anche questa, come tutto il resto, è stata un dono gratuito che il Signore mi ha voluto fare in virtù del Suo amore per me e della mia risposta a questo amore. La scrittura è avvenuta inaspettatamente e in modo del tutto spontaneo, ho realizzato in seguito, che è iniziata proprio dopo una preghiera del cuore che avevo rivolto a Gesù, in cui gli chiedevo di prendere la mia vita nelle sue mani e di condurla secondo la Sua volontà. Attraverso l'esperienza della scrittura, ho ulteriormente arricchito il mio cammino di fede, mi sono avvicinata ancora di più a quel Dio che Gesù è venuto a rivelarci, a Maria e alla forza della preghiera, con la quale avanzare con forza e determinazione attraverso il percorso della vita.
Ho sperimentato, nei fatti, quanto Dio mi abbia sempre aiutata ogni volta che Gli ho dato la mia fiducia. Da quando avevo circa 25 anni ho cominciato a soffrire di attacchi di panico fortissimi, a poco sono servite tutte le cure, gli anni di psicoterapia, e i vari tentativi per uscire da quel tunnel. Dopo la morte di Ghigo per un po’ di tempo c’è stata una tregua, ma passato un anno tutto è ricominciato, fino a quando, dopo aver incontrato mio marito, non sono rimasta incinta, cosa anche questa miracolosa, vista la mia assoluta mancanza di fiducia in me stessa e la totale incapacità di assumermi una responsabilità così grande, aggravata dal fatto che la mia vita era stata sempre dominata dalla paura, concretizzatasi, appunto, con i miei attacchi di panico. Però con la nascita di mio figlio tutto sembrava cambiato, mi sentivo forte come un leone, Dio mi aveva dato la forza di portare a termine la gravidanza, il panico sembrava essersi volatilizzato, Dio mi stava aiutando a crescere mio figlio nella pace e nella fede, e sentivo la presenza di mio fratello costante, che dal Cielo mi ha sempre aiutata.
Sembrava tutto perfetto, quando in seguito ad una forte delusione per una grande amicizia che si è interrotta a causa di una incomprensione che ho tentato, Dio sa quante volte, di chiarire, senza mai riuscirci, sono ricaduta nella paura, nella sfiducia, nell’incertezza e gli attacchi di panico sono riprese più forti di prima. Ma questa volta la mia paura era aggravata dal fatto che c’era mio figlio, una famiglia a cui dovevo pensare e non potevo permettermi di soccombere, così mi rivolgevo a Dio con tutte le forze. Iniziai una cura a base di psicofarmaci, antidepressivi e psicoterapia, che mi diedero un breve periodo di remissione, ma finita la cura, che durò circa due anni, tutto riprese. Cominciai a soffrire di una insonnia totale, il mio panico non mi lasciava un momento, avevo le vertigini ed una cefalea permanente, tormentata da extrasistole e disturbi di ogni tipo, e chi conosce questa patologia sa di cosa parlo, ero al limite della sopportazione, tentai di tutto ma con pochi risultati, per un istante pensai anche al suicidio. Una domenica a messa, incontrai un amico che mi parlò di una comunità del Rinnovamento carismatico, di cui lui faceva parte, e mi invitò a partecipare ad un incontro di preghiera, ci andai senza esitazione.
Cominciai a frequentare assiduamente questo gruppo,e nonostante il mio stato di salute, arrivavo puntuale ogni sabato pomeriggio all’incontro, ma continuavo a stare malissimo, a non dormire, sentivo la morte nel cuore, però avevo deciso, ancora una volta, di dare la mia fiducia al Signore. Due episodi particolari hanno segnato di nuovo, la mia rinascita, il superamento di quelle difficoltà. Ancora una volta Dio è venuto in mio aiuto manifestandosi concretamente.
La mattina del 1° gennaio 2007 dopo l’ennesima notte insonne, ero in chiesa davanti a Gesù, essendo la festa di Maria, la stavo pregando, con la testa china e le lacrime che scendevano irrefrenabili, dicevo:”Maria, madre mia aiutami!!”.
Immediatamente apparve sotto il mio viso una mano tesa che mi offriva una medaglia miracolosa, alzai lo sguardo e vidi il volto di una donna dolcissima, Simona, mai vista prima, mi disse che quella medaglia era per me che dovevo portarla, si sedette accanto a me, mi abbracciò e cominciò a parlarmi, mi disse che in quella chiesa non ci era mai entrata, quel giorno invece si, e quando mi vide piangere sentì che mi doveva offrire la medaglia di Maria. Parlammo tutta la mattina e mi convinse ad affidarmi totalmente a Dio, mi consigliò di diminuire gli psicofarmaci, fino ad interromperli, perché era Lui il mio medico e mi avrebbe curato. Parole queste che già mi aveva detto in comunità Alfredo, un medico internista, qualche giorno prima. Ero titubante, non sapevo se ce l’avrei mai fatta senza medicine.
Ma qualche sera dopo, mi ricordo che era il 9 gennaio, mentre stavo mettendo a letto mio figlio, lui mi accarezzò, e mi disse queste parole: “mamma se vuoi dormire, fai così, prendi un bel libro, tipo un libro su Gesù, e leggilo, ma leggilo con il cuore, e vedrai che così dormi”. Mi commossi alle lacrime, sentendo quelle parole sgorgate dal cuore di un angioletto di cinque anni. Quella notte come al solito non riuscivo a chiudere occhio, stavo per prendere un sonnifero che comunque, sapevo non mi avrebbe fatto effetto ma solo un senso di leggero assopimento, quando mi ricordai delle sue parole e che avevo promesso di fidarmi di Dio, così presi il libro “Quando il Maestro parla al cuore” (J. Courtois), che tenevo sul tavolo, e cominciai a leggere. Mi addormentai, per la prima volta, dopo 7 mesi di insonnia, senza accorgermene, dormii per 4 ore di fila e al risveglio ero la persona più felice del mondo. Da quel momento, lentamente, cominciai a riprendere la mia vita fra le mani, con la rinnovata certezza della Misericordia di Dio che non ci abbandona mai, ma veglia come Padre e ci tende la Sua mano, e della dolcissima intercessione di Maria che accoglie le nostre preghiere mettendole direttamente nel cuore di Dio.
Oggi sono serena, ringrazio Dio ogni giorno della mia vita per tutti i doni che mi ha fatto, primo fra tutti il dono incommensurabile di questo figlio (se penso che un figlio era l’ultimo dei miei desideri!!!!), di mio marito, della mia vita, della mia fede.
Il mio Signore mi ha aiutato, attraverso un cammino di conversione, mi ha preso per mano, mi ha ridato fiducia in me stessa, aprendomi alla vita con più speranza e più ottimismo, mi sta accompagnando, giorno dopo giorno, a scoprire i tasselli del suo progetto su di me, e spero di avere sempre il coraggio e la forza di seguirLo, affinché questo si realizzi nella mia vita.
Negli splendidi occhi azzurri di mio figlio, ho riscoperto il grande e profondo Amore di cui Dio mi fa oggetto da sempre. L’amore infinito che stavo provando per questo figlio, mi faceva percepire, intimamente, che anche io dovevo essere amata allo stesso modo, cioè con quell’amore incontenibile, stravolgente e totale, da Dio che è un padre speciale.
Dio non mi ha mai abbandonata, ha solo aspettato che io fossi pronta per accogliere tutto il Suo amore, e per essere guarita da Lui. Ha aspettato che la mia richiesta di salvezza venisse proprio dal profondo del mio cuore, ha atteso il momento giusto, quello in cui ero disposta ad accoglierla e goderne a pieno senza che nulla di questa immensa ricchezza andasse sprecato. Quando mio figlio ha fatto il suo ingresso nel mondo era proprio come lo avevo desiderato, gli abbiamo messo il nome di Simone, e sapete cosa ho scoperto dopo un po' di tempo? Che il significato di questo nome è "Dio ha esaudito". Vi assicuro che nulla, ma proprio nulla, accade per caso.
Vi ho raccontato, brevemente la mia storia per dirvi come mai sono approdata alla decisione di creare questo sito. Perché non si può sperimentare la forza dell’Amore e della Speranza senza condividerla con gli altri. Perché la ricchezza di cui sono stata fatta oggetto, non è solo mia ma di chiunque voglia approfittarne, e spero che, attraverso la mia storia, Dio riesca a raggiungervi il cuore e, come dice Ghigo, ve lo porti in Paradiso.
Loredana.